COMUNICAZIONE

IL CITTADINO DI BASILICATA

“Il Cittadino”: perché?
Nel rispetto della centralità della persona per una reale emancipazione civile e sociale dott. Salvatore Gaetano Esposito – Presidente del Centro A.I.A.S. di Lauria Avvertivo da sempre l'esigenza interiore – ma anche la necessità oggettiva – di servire l'informazione nel nostro territorio, affrancandolo dalle solite, spesso anguste mete politiche. Con uno scopo preciso, fortemente sentito: aiutare "il cittadino" a prendere consapevolezza della sua esistenza sociale e concepito come identità titolare di diritti umani, come soggetto – e non già oggetto o mezzo – di una comunità, all'interno della quale "esistere" e perseguire fini personali e sociali. In questa visione delle cose, lo stesso titolo del giornale, intende porsi in termini nuovi, diversi. Intitolazione che, prima di e al di là di annunciare la possibile funzione sua propria (la voce, la città, il campanile etc.), esprime una chiave di lettura per così dire neutra, dei problemi, dell'accaduto, della "notizia". Ponendosi dalla parte dei cittadini, della persona umana, del cristiano, senza recondite strumentalizzazioni o furbeschi pensieri, a volte neanche tanto bene nascosti! Grande o modesta che essa sia, ecco dunque qual è l'aspirazione a base di questa iniziativa: svolgere un ruolo di condivisione dei problemi sociali e civili della gente, delle famiglie, delle persone umili e laboriose. Proprio loro, i testimoni e protagonisti di grandi "storie" di sofferenze e di dolore, vissute nella speranza di un riscatto, della liberazione dal dramma, che è anche anelito silenzioso di emancipazione civile e sociale. Quella emancipazione spesso scongiurata dal "sistema", intento da sempre a conservare uguale a se stesso, in condizione di dipendenza, lo stato delle cose: la vecchia, nota politica del "bisogno"! Non nascondo, poi, una motivazione culturale più profonda, che viene da lontano. Il cittadino rievoca l'espressione di una rivoluzione silenziosa, ispirata da un grande filosofo - pedagogista, che - romantico nel secolo dei lumi – diede alla stampa un suo rivoluzionario scritto: "L' Emilio". Con questa opera, J.J. Rosseau operò quella che venne poi chiamata la "rivoluzione copernicana" della cultura pedagogica, ponendo al centro del tema educativo e sociale non più opere (si ricordi: Il metodo, L'educazione, La didattica ed altri) ma il soggetto, la persona con le sue esigenze, i suoi problemi, la sua dimensione storica. A quelle logica delle cose e dei rapporti intende rifarsi il cittadino. Senza enfasi e semplicistiche illusioni, cercherà – con ogni mezzo lecito e civilmente rispettoso – di accendere i riflettori sulla centralità della persona come fine di ogni politica. E guarderà piuttosto ai diritti umani "sacrificati", alle scelte non rispettose di tanti cittadini che hanno urgenza di impegno politico eticamente fondato. Ciò, nel proposito che prima di "giudicare" gli altri, Il cittadino valuterà se stesso, il suo cammino, il suo ruolo di servizio, grato sin d'ora a tutti coloro che, con i loro "contributi" informativi, di proposta e di pensiero, vorranno – accanto a noi – condividere ipotesi di lavoro, per percorrere, insieme alla gente qualunque, un itinerario di "liberazione" all'interno di una terra dove, da troppo ormai, spesso vincono anche l'arrivismo politico e l'esibizionismo amministrativo.


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